Il 1° maggio di tre anni fa Papa Francesco pronunciò questa frase: “A nessuno manchi il lavoro, la dignità, la giusta retribuzione”. Ribadì, in sostanza, il diritto al lavoro senza sfruttamento, come la politica non fa con la stessa efficacia in un Paese dove la precarietà viene contrabbandata come flessibilità.
A Siena l’impegno nella competizione elettorale ha un senso solo se tiene presente questo monito, in senso laico, affrancando il lavoro dai lacci ultradecennali che ne hanno fatto strumento di consenso politico. È questa la sfida, in una città che con il naufragio del Monte dei Paschi si è impoverita anche e soprattutto nelle prospettive occupazionali: c’è da ricostruire un sistema produttivo attraverso una visione della città che leghi cultura e turismo, innovazione ed eccellenze, modificando anche i contenuti della formazione.
La grande opportunità legata al Biotecnopolo deve essere non solo caposaldo di ricerca, ma perno per la ricostruzione di un sistema produttivo che trovi slancio e forza nel distretto delle scienze della vita. Che a Siena esiste già nelle attività di imprenditori capaci: nel solco della grande tradizione dell’Istituto Sclavo, dialogano con il mondo e danno lavoro a tanti senesi. Le ingenti risorse destinate da fondi nazionali al Biotecnopolo solo in questa logica di sistema produttivo avranno ricadute decisive per la città.
Compito primario della futura amministrazione sarà delineare il perimetro occupazionale. Anche per questo, nel programma della coalizione Polo Civico Siena per Fabio Pacciani sindaco, è ben motivato il ritorno di un assessorato alle attività produttive, lavoro e commercio. Perché dovranno essere messe insieme competenze e sinergie, a partire dalla realizzazione di un Censimento del lavoro possibile in un arco temporale da oggi al 2030. Dovremo essere capaci di centrare obiettivi significativi nella progettazione tesa a ottenere risorse prima di tutto dai fondi europei. La città deve addentrarsi nei percorsi di innovazione dai quali l’amministrazione uscente, a corto di idee e progettazione, è stata assente negli ultimi anni. Mentre l’Università di Siena finanzia ben otto progetti attraverso fondi per decine di milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: dalle scienze della vita al contrasto alle pandemie, dalla qualità agroalimentare all’intelligenza artificiale.
In un fitto dialogo con le sue Università, nel rispetto dell’autonomia della ricerca, la nostra città potrebbe essere protagonista anche nelle dinamiche più evolute della tecnologia. Perché l’avvento della società digitale non ha di per sé una virtù salvifica, se non è connotata di etica. Altrimenti gli algoritmi, percettori dei nostri bisogni e delle nostre abitudini attraverso la profilazione sui social, saranno solo strumenti al servizio di un nuovo capitalismo digitale che ci sorveglia e ci controlla. Siena potrebbe essere sede ideale di un Centro di ricerca sull’etica degli algoritmi, proponendosi al mondo come capitale dell’algoretica. Perché la nostra città, attraverso lavoro, cultura e innovazione, sia protagonista in un futuro che è già cominciato.
Daniele Magrini
candidato lista Sì Patto dei cittadini
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